Museo de la Ciudad, Pontevedra

Client : Concello de Pontevedra

Date : December 2008

Il progetto per il museo della città di Pontevedra, in Galizia (Spagna), nasce dalle scoperte archeologiche avvenute nell’area della testata meridionale del Ponte do Burgo nel 2006.

Il ponte è un monumento importante per la città: a questa architettura è legato il nome e l’identità stessa del nucleo urbano. Pontevedra infatti deriva dal latino Ponte Veteris e questo ponte antico faceva parte della XIX via romana. Ricostruito e restaurato più volte nel corso dei secoli il ponte mantenne sempre la sua importanza: è stato per molto tempo parte della più trafficata strada di congiunzione tra la Galizia e il nord del Portogallo e ancora oggi è percorso dai pellegrini portoghesi che intraprendono il Cammino di Santiago.

Pontevedra non offre altre grandi aree archeologiche e gli scavi recenti, così importanti per dimensione e per posizione, hanno dato l’occasione di pensare ad un museo della storia della città: un museo che offrisse la vista e la conoscenza dei reperti antichi e che potesse anche riunire altre testimonianze delle vicende della vita del nucleo urbano.

Alla base del progetto, realizzato in collaborazione con Marco Lecis, vi sono due esigenze principali: da una parte dare protezione e rendere accessibili i reperti, dall’altra mantenere vivi e non disperdere i caratteri urbani dell’area, attraversata dal Camino e dominata dal Ponte do Burgo.

Le esigenze di conservazione e di studio dei reperti richiedono che le rovine siano protette dall’azione degli agenti atmosferici e dall’illuminazione diretta. Questo ha fatto nascere l’idea di una grande piazza coperta al livello delle rovine. Le diverse altimetrie dell’area consentono un certo margine nel disegno dei suoi livelli e così si è pensato che si sarebbe potuto mantenere ad uso pubblico anche la parte superiore della copertura dei reperti, rendendola percorribile. In questo modo è nata l’idea di dare vita a due piazze sovrapposte, una a livello della città e l’altra a livello archeologico.

Un altro tema importante relativo ai reperti è la restituzione della loro immagine complessiva, la loro leggibilità. Il carattere principale dei ritrovamenti è sembrato risiedere più sull’intreccio e sulla sovrapposizione dei differenti strati, dei diversi manufatti succedutisi nell’area, che sulla figura di un manufatto particolare che si imponesse come dominante sugli altri. Pertanto si è voluto preservare questa immagine complessa, piuttosto che evocare uno solo dei suoi elementi.

In superficie, al livello della città, si è assunto come elemento portante della composizione l’asse del Camino, intorno all’area archeologica, protetta e mantenuta ad un livello inferiore, è disegnata una grande piazza, definita dalle pareti di un recinto monumentale. Questa piazza si attesta ai margini del centro storico e costituisce una testa del ponte. Il recinto si spezza in corrispondenza dell’asse del Camino, congiungendo idealmente la calle Ponte e lo stesso Ponte do Burgo, seguendo il percorso tradizionale dei pellegrini.

Il piano della piazza si solleva e si apre in più punti: è così possibile avere la percezione dei reperti e delle sale del museo anche dal livello superiore della piazza. L’ingresso principale si trova proprio lungo l’asse del Camino: due grandi pareti vetrate, ai lati del percorso, rivelano al pellegrino la ricchezza del piano ipogeo e un ponte sospeso sulle rovine lo conduce direttamente all’entrate alle esposizioni.

Al livello superiore il percorso è marcato ancora da una sequenza di alti pali in acciaio che reggono un’impalcatura. Disposti ai margini del tracciato inquadrano nella loro prospettiva il panorama dell’altra riva, i colli e le terre lungo le quali si snoda il percorso devozionale. Oppure, per chi arriva da nord, puntano verso la città e le sue strade storiche. L’impalcatura metallica ospita anche le scritte e i manifesti delle mostre e degli eventi organizzati dal museo. È un elemento emblematico che segnala nella città la presenza del museo, altrimenti dissimulata dalla sua natura ipogea.